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Cosa devi sapere prima di aprire una Partiva IVA – Parte 1

Cos’è la Partita IVA e come si richiede?

La Partita IVA è un numero di identificazione fiscale che viene rilasciato ai lavoratori autonomi e alle aziende. Esso serve a identificare il titolare della Partita IVA nei confronti dell’amministrazione fiscale e delle altre aziende o enti con cui si interagisce.

Per richiedere la Partita IVA, bisogna prima di tutto avere un’idea chiara del tipo di attività che si intende svolgere. Una volta individuato il settore di attività, si può procedere con la richiesta della Partita IVA tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate. È possibile effettuare la richiesta anche presso un CAF (Centro di Assistenza Fiscale) o presso un professionista abilitato.

Per richiedere la Partita IVA è necessario essere in possesso di un codice fiscale, di un documento di identità valido e di un indirizzo e-mail. In alcuni casi può essere richiesto anche un certificato penale.

Come aprire una Partita IVA?

Per aprire una Partita IVA bisogna seguire una serie di passaggi. Innanzitutto, è necessario decidere il tipo di attività che si intende svolgere e il regime fiscale più adatto alle proprie esigenze.

In seguito, per alcune attività è necessario iscriversi al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio, chiedere licenze  e autorizzazioni comunali e dichiarare l’inizio attività.

A seguire è necessario aprire la posizione previdenziale in base alla attività dichiarata (es. INPS gestione separata, INPS commercianti ecc.)

Infine, in alcuni casi è necessario in altri casi e consigliato aprire un conto corrente dedicato all’attività commerciale e stipulare una polizza assicurativa per la responsabilità civile.

Regime fiscale della Partita IVA?

Il regime fiscale della Partita IVA dipende dal tipo di attività svolta e dal fatturato annuo. Esistono diversi regimi fiscali tra cui scegliere, tra cui il regime ordinario, il regime semplificato, il regime dei minimi e il regime forfettario.

Il regime ordinario è il regime fiscale più comune e prevede il calcolo normale iva vendite meno iva acquisti, la compilazione della dichiarazione dei redditi annuale. Questo regime è destinato alle imprese con un fatturato annuo superiore a 500.000 euro per le prestazioni di servizio e 800.00 euro per tutte le altre attività e prevede l’obbligo di tenere una contabilità ordinaria. La contabilità ordinaria prevede la registrazione di tutti i documenti contabili quali fatture, note di credito e debito, ricevute fiscali e bollette doganali ecc. e la registrazione di tutti i movimenti bancari.

Il regime semplificato è destinato alle imprese con un fatturato annuo inferiore ai limiti di cui sopra e prevede una contabilità semplificata e la compilazione della dichiarazione dei redditi annuale. In questo regime fiscale, l’imposta sul valore aggiunto viene calcolata in modo normale iva vendite meno iva acquisti. La contabilità semplificata prevede la registrazione soltanto delle fatture, note di credito e debito, ricevute fiscali e bollette doganali ecc. senza la registrazione dei movimenti bancari.

Il regime forfettario è destinato alle imprese con un fatturato annuo inferiore a 85.000 euro è esente da iva e prevede l’applicazione di una riduzione forfettaria stabilita in base del tipo di attività svolta. Sulla differenza tra fatturato e riduzione forfettaria viene applicata una imposta sostitutiva che è del 15 % ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività. Le imprese che aderiscono a questo regime sono esentate dall’obbligo di tenere una contabilità, devono solo conservare le fatture emesse o i corrispettivi dichiarati.

In ogni caso, per scegliere il regime fiscale più adatto alle proprie esigenze, è consigliabile rivolgersi a un commercialista o ad un esperto del settore. Inoltre, è importante valutare attentamente il tipo di attività svolta, il fatturato annuo e i costi fiscali per evitare eventuali sanzioni e problemi con l’amministrazione fiscale.

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